Google Cloud e AI: una nuova era di protezioni legali per i clienti
Google Cloud e la tutela dei diritti intellettuali
Se l’uso di un servizio Google Cloud legato all’Intelligenza Artificiale (AI) infrange un diritto d’autore, chi ne risponde? È sostanzialmente in tal senso che Google Cloud si è recentemente impegnata nel contrasto al problema, offrendo una garanzia legale ai suoi clienti per tutelarli da eventuali denunce in caso di violazioni di proprietà intellettuale connessi all’uso dell’AI. Questo impegno viene definito da Google Cloud come un destino condiviso con i clienti. Protezione legale per i clienti Google Cloud riconosce le legittime preoccupazioni dei clienti riguardo il rischio di violare i diritti d’autore quando utilizzano l’AI inclusa nei suoi servizi. “Se sei accusato di violare un diritto d’autore, assumeremo noi la responsabilità dei potenziali rischi legali correlati”, hanno annunciato Neal Suggs e Phil Venables, rispettivamente vice-presidente legale e Chief Information Security Officer (CISO) di Google Cloud.
Una nuova direzione nell’impiego dell’IA
Questo impegno da parte di Google Cloud fa seguito a iniziative simili da parte di Microsoft, Adobe e Canva, tutte volte a promuovere l’uso dei loro prodotti e a stimolare l’innovazione, garantendo agli utenti di non diventare bersagli involontari di rivendicazioni di diritti d’autore.
Sostegno per l’utilizzo dei dati di training
La protezione fornita da Google per i dati di allenamento usati nei modelli di Intelligenza Artificiale Generativa nei loro servizi, non è una novità. Google ha sempre garantito un’assicurazione contro la violazione di proprietà intellettuale di terzi come standard per tutti i clienti. In risposta alle richieste di chiarimenti sui dati usati per allenare i modelli di Google, la società ha deciso di offrire ulteriori rassicurazioni. La protezione copre eventuali accuse riguardo l’uso dei dati di training per la creazione dei modelli generativi di Google. In pratica, i clienti sono protetti da possibili rivendicazioni di violazione del diritto d’autore derivante dall’uso dei dati di training da parte di Google. Si tratta del cosiddetto “approccio a due punte”, riguardante sia l’uso dei dati per l’addestramento dei suoi modelli di AI sia l’output dei modelli stessi. Ma veniamo al secondo aspetto.
Google Cloud e protezione su contenuti generati
Google offre anche un’ulteriore livello di protezione quando i contenuti vengono generati direttamente dai clienti attraverso i suoi servizi. Questa seconda garanzia copre le possibili accuse di violazione dei diritti di proprietà intellettuale di terzi generati dal cliente nell’interazione con i servizi Google. Tra i prodotti coperti ci sono Duet AI in Google Workspace e diversi altri servizi di Google Cloud. Google afferma che questo approccio offre una copertura “equilibrata e pratica” rispetto alle potenziali rivendicazioni. I clienti riceveranno automaticamente i benefici senza dover modificare il loro accordo esistente. Tuttavia, Google Cloud ricorda che queste garanzie sono valide solo se i clienti seguono delle pratiche responsabili riguardo all’uso dell’AI. Se viene violato intenzionalmente un diritto d’autore, le garanzie non avranno effetto.
Google Cloud sostiene che questo è solo il primo passo e che proseguirà con il sostegno ai clienti nell’uso sicuro dei suoi prodotti man mano che l’AI andrà avanti nella sua rapida evoluzione. “Con queste protezioni, speriamo di offrirti le garanzie necessarie per ottenere il massimo dall’AI per il tuo business”, ha dichiarato l’azienda.
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